LA DEA DEL '67 (THE GODDESS OF 1967) |
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di Clara Law, con Rose Byrne, Rikiya Kurokawa, Nicholas Hope
(Hong-Kong - Australia, 2000)
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Pardo d'Oro a Locarno nel 92 con LUNA D'AUTUNNO seguito dall'argento del 96 per FLOTING LIFE in Piazza, ci ricordavamo della Clara Law di Hong-Kong trapiantata in Australia come della regista curiosa e sensibile che diceva " Mi ricordo che durante la mia infanzia mio nonno m'insegnò l'arte della calligrafia e a leggere poesie ". Cosa l'abbia ora indotta a girare in questo modo LA DEA DEL 1967 proprio mi sfugge. Non tanto per il soggetto, che ne vale come sempre un altro (la dea del titolo essendo una D.S. Citroen rosa d'epoca, un collezionista giapponese che viene a ritirarla nell'Outback australiano si ritrova una ragazza cieca con un greve passato d'incesti e pedofilia da sistemare): quanto per lo stile. Perché non affidarsi ad un post-modernismo dalla sontuosa ricerca estetica? Ma quando questa diventa la sola preoccupazione, assieme ad un simbolismo pesantemente sottolineato, le buone (ed eccessive) intenzioni precipitano. E finiscono per annullare quanto di fantastico, di aderente all'ambiente delirante dell'Outback australiano c'era in questa road-movie multiculturale su sfondo d'incesti plurigenerazionali a colpi di flash-back a raffica. Tutte le intenzioni poetiche che di certo animavano la nostra non possono allora che asfissiare nella grandiloquenza melodrammatica che uno script controllato a fatica riconduce continuamente alle frontiere del ridicolo involontario.
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Il film in Internet (Google)
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Film dello stesso regista |
Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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